RIFIUTI SANITARI A RISCHIO INFETTIVO
di Alberto Zolezzi
Non bruciamo la possibilità di gestirli al meglio, con brevetti italiani.
In questi giorni leggo la polemica sulla gestione dei rifiuti sanitari a rischio infettivo che sarebbero triplicati nelle ultime settimane. Su 170 mila tonnellate annue, in un mese se ne sarebbero prodotte 30mila tonnellate in più. Non è gran cosa ma dispiace che nonostante l’evidenza delle eccellenze industriali nella sterilizzazione on site, nonostante una mia proposta di legge, una mia interpellanza in Aula alla Camera il 17 gennaio (in tempo di pace) si faccia fatica a comprendere che sterilizzando in giornata in situ i rifiuti si risparmia almeno due terzi dei 1700-2000 euro a tonnellata chiesti per il trasporto diretto (magari dopo 2, 3 o 5 giorni) a inceneritori e discariche. Operando in questo modo si ridurrebbe il peso del 20% e il volume dell’80%, trasportando a smaltimento finale quando si ha un volume adeguato a un camion e non viaggerebbero più i famosi “TIR vuoti” che girano con una o due tonnellate di rifiuti sanitari oggi, visto che al massimo ogni 5 giorni vanno ritirati.
Sto stimolando con emendamenti l’assimilazione a rifiuto urbano dei rifiuti sterilizzati on site e l’acquisto di macchinari per la gestione on site dei rifiuti anche in questa fase di emergenza. Sono arrivati in Cina i primi impianti italiani di questo tipo. Vediamo se l’Italia si accorge di queste tecnologie mettendo fine al monopolio di una sola ditta che porta tutto in discarica o a incenerimento.
Poi ci si potrà concentrare anche sul recupero di materia post sterilizzazione on site, in alcuni dei 50 paesi del mondo dove sono presenti i macchinari italiani si è provato a compattare in mattoni i rifiuti sterilizzati.
Ah, un brevetto italiano ora comprende anche il trattamento dei rifiuti liquidi a rischio infettivo!
Incentivare la sterilizzazione on site per abbattere i costi di trattamento dei rifiuti sanitari infettivi. Questa la proposta dell’On. Alberto Zolezzi, medico e membro della commissione Ambiente della Camera dei Deputati (fonte: Ricicla TV).