LA PIATTAFORMA EUROPEA DEL FOSFORO A ECOMONDO
di Alberto Zolezzi
Oggi a Rimini si terrà il convegno “EUROPEAN NUTRIENT EVENT
TOWARDS CIRCULAR ECONOMY OF PHOSPHORUS AND OTHER NUTRIENTS”
Si tratta dell’incontro europeo della piattaforma del fosforo in cui verrà presentata la piattaforma italiana del fosforo nata grazie a un emendamento M5S alla legge di bilancio 2018 e tutti gli aggiornamenti della piattaforma europea.
Il fosforo è in primis un elemento essenziale per la nostra vita e la nostra energia, basti pensare al ruolo dell’ATP nella contrazione muscolare. Non è sintetizzabile chimicamente ed è un elemento critico perché si sta gradualmente riducendo la disponibilità in miniera, quindi va recuperato il più possibile anche per evitare l’inquinamento di suoli, acque e l’eutrofizzazione.
Secondo studi internazionali, fra i limiti planetari più sovvertiti il ciclo geochimico del fosforo è secondo solo al ciclo dell’azoto e alla limitazione di biodiversità, il clima segue molto distaccato dopo il cambio di destinazione d’uso del suolo. Questo per far capire che l’eccesso di passaggio di fosforo dalle acque reflue agli oceani e dai fertilizzanti ai suoli è davvero in eccesso, oltre il doppio a livello globale (22 Tg contro 11 per il primo e 14 Tg contro 6,2 per il secondo) di quanto sopportabile dall’ecosistema.
L’Italia è fra le nazioni record per sovvertimento del ciclo. Nei laghi italiani in media il fosforo è salito da 0 mg per litro a 20 mg dal 1975 al 2010; il Garda da 0 a 25 con una pressione dovuta per oltre il 70% a reflui industriali e agrozootecnici.
I limiti planetari si potenziano reciprocamente e il sovvertimento del ciclo del fosforo ha portato alla comparsa di specie aliene in Adriatico come la Noce di mare, segnalata dal 2015, che si nutre di larve di pesci e cresce in acque ricche di fosforo e sopporta escursione termica. Il fatturato del turismo nel Mediterraneo è di 30 miliardi di euro all’anno, la pesca 3 miliardi anno per la sola Italia, anche volendo farne solo un discorso monetario si capisce che questo ciclo va ripristinato.
Nell’ottobre 2017 insieme a Massimo De Rosa sono stato in visita al depuratore di Berlino (1,3 milioni AE) nella zona EST (Wassmannsdorf). Dal 1999 recupera fosforo, inizialmente per rimuovere incrostazioni (STRUVITE) dai tubi, poi per il recupero di Magnesio, Ammonio e Fosforo (MAP), si arriva al 50% del recupero di fonforo dalle acque di depurazione civile e industriale, il volume dei fanghi e i costi della gestione dei reflui idrici (rispetto alle tecniche tradizionali) si riducono del 10% e si riduce anche la concentrazione di metalli pesanti.
Il fertilizzante recuperato (Berliner pflanze) è in corso di valutazione per l’utilizzo in agricoltura biologica. Un reattore per la variazione dell’acidità (pH) dei fanghi di depurazione consente di separare il MAP.
Ci siamo recati poi a Magonza dove un impianto sperimentale integrato nel depuratore civile consente di recuperare il 90% del fosforo da fanghi e reflui idrici, con una doppia azione sul pH dei composti. Avviene un recupero di fosforo puro. Ci accompagnò Daniel Frank, referente della piattaforma tedesca del fosforo, l’impianto sperimentale è seguito da Eva Opitz.
Il convegno della piattaforma europea del fosforo l’anno scorso si tenne a Basilea, con Massimo eravamo fra i pochi italiani presenti, lì incontrammo il prof. Francesco Fatone che da oltre 14 anni segue il tema, è testimone del tentativo di partire con un impianto di recupero del fosforo a Treviso nel 2004.
Il fosforo in Marocco è estratto sempre più in profondità con sempre maggiori rischi di presenza di radioattività. La FAO (Food and Agriculture Organization) prevede che il consumo agro-minerale globale crescerà del 45% tra il 2005 e il 2030.
Per fortuna, anche la produzione di fosfati mondiali dovrebbe aumentare dai 225 milioni di tonnellate nel 2014 fino ai 258 milioni di tonnellate nel 2018. La maggior parte dell’aumento avverrà grazie al potenziamento delle miniere esistenti in Marocco e allo sviluppo di altre nuove miniere. Un contributo positivo arriverà anche dalle miniere esistenti in Giordania, Kazakistan, Perù, Russia e Tunisia.
In Italia importiamo ogni anno 208mila t di fosforo
La dispersione ambientale umana è circa 45.000 tonnellate l’anno di fosforo (feci e urine) e di circa 90.000 tonnellate quella animale (selvatici e allevamento). Per un Totale di 135 mila t, senza contare quello disperso al suolo in agricoltura. Il prezzo è di circa 500 euro a tonnellata, mercato indipendente dal prezzo del petrolio. Il recupero del fosforo potrebbe già essere conveniente economicamente solo nel caso venga usato per produrre fertilizzanti da vendere al dettaglio, non all’ingrosso (prezzo di 25 euro al litro, al pubblico).
In Olanda si stimano 474.000 euro all’anno di risparmio per l’impianto 1.000.000 AE di Neuwerk, per il risparmio delle tubazioni, per una migliore efficienza della depurazione, riduzione del volume dei fanghi da gestire e vendita di MAP. Con questo sistema, in Italia, si potrebbero potenzialmente risparmiare 28.440.000 euro per 60 milioni di abitanti, poi altri 30 milioni per il fosforo da allevamenti e altri X milioni per agroalimentari.
Circa 100 milioni di euro annui di riduzione costi di depurazione, senza contare le infrazioni UE, danni ambientali e sanitari.